venerdì 1 dicembre 2006

APPENDICE III: I sensi

Siamo abituati a indicare come organi di senso i cinque sensi classici comunemente conosciuti: tatto, gusto, olfatto, vista e udito. In realtà esiste una vasta gamma di recettori di senso, che però percepiscono solo tre tipi di stimoli: luminosi, chimici e meccanici.

Cosicché, pur comprendendo infinite varianti da organismo a organismo, i cinque sensi possono essere ridotti a tre: sensi che percepiscono stimoli luminosi, chimici o meccanici. I recettori sensibili agli stimoli luminosi sono detti fotorecettori. I recettori sensibili a stimoli meccanici, pressione, temperatura, campo elettrico, campo magnetico, sono detti meccanorecettori. I recettori sensibili agli stimoli chimici, odori, sapori, ormoni, feromoni, sono detti chemiorecettori. I fisiologi, studiosi delle funzioni e delle attività degli organismi viventi, utilizzano la parola recettori per indicare quelle strutture in grado di ricevere segnali o stimoli dall’ambiente esterno o dall’interno dell’organismo animale e di attivare una reazione nell’organismo stesso al ricevimento dello stimolo. I recettori possono essere singoli, oppure riuniti anche in numero molto elevato, in strutture complesse.

Abbiamo detto che le piante comunicano, questo si desume dal fatto che le piante attuano strategie difensive contro i predatori, quando una pianta di peperoni è attaccata da un bruco produce delle tossine e diffonde un segnale di allerta che stimola la produzione delle medesime tossine. Le piante di pomodoro sotto attacco producono delle tossine di metilgiasmonato. I ricercatori botanici che si occupano di comunicazione chimica tra le piante non possono utilizzare alcun profumo per non interferire con le comunicazioni tra le piante. Questo perchè il metilgiasmonato è utilizzato in molti profumi in commercio. Il profumo come mezzo di comunicazione può scatenare anche delle relazioni complesse.


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